VILLE VALO + KÆLAN MIKLA – il concerto del 2 marzo all’Alcatraz di Milano nel nostro live report!

VILLE VALO +  KÆLAN MIKLA – il concerto del 2 marzo all’Alcatraz di Milano nel nostro live report!

VILLE VALO + KÆLAN MIKLA
02 MARZO 2023 – MILANO (ALCATRAZ)
Parole di Emanuele Biani
Foto di Michela Marchi

Mentre scriviamo queste righe, il nostro distributore ci informa che il numero di gennaio di Rock Hard è andato praticamente esaurito.
Certo, tra i lettori c’era molta curiosità per il restyling grafico, l’ampliamento dei contenuti, il passaggio a 148 pagine e il formato in brossura, ma visto che a noi non piacciono le cose semplici, abbiamo voluto sfidare la sorte con una copertina dedicata a Ville Valo.
Un artista e soprattutto un personaggio che all’apice del successo con gli HIM, una ventina d’anni fa, spesso era visto come un estraneo negli ambienti hard rock e heavy metal, al pari di un fandom prevalentemente femminile.
Tuttavia, se tante persone che oggi sfiorano o superano la quarantina si sono convertite alla nostra musica preferita, un piccolo grande merito va riconosciuto anche ai bei musetti e soprattutto agli album – almeno i primi quattro, vicini od oltre la soglia dell’eccellenza – della band finlandese, il cui leader è tornato alla ribalta lo scorso gennaio dopo una lunga pausa con il proprio debutto solista Neon Noir.
Per la disamina critica dell’opera e la lunga chiacchierata con Ville Valo, vi rimandiamo alle tre recensioni “soundcheck” del numero di dicembre e all’intervista sul numero di gennaio (pochissimi esemplari sono ancora disponibili sul nostro shop online, affrettatevi!).
Riviste di cui ci eravamo procurati diligentemente due copie lo scorso 2 marzo, in previsione di un ulteriore incontro con l’artista, poi annullato per una leggera indigestione del pomeriggio, poco prima del concerto all’Alcatraz di Milano.
Anche se la maggior parte del numeroso pubblico è all’oscuro di questo piccolo inconveniente, arriviamo al locale con qualche dubbio sulla buona riuscita dello show, giusto in tempo per assistere all’esibizione delle Kælan Mikla.

Attive da una decina d’anni e già autrici di quattro album molto apprezzati nella sempre fiorente scena islandese, le tre ragazze propongono una personalissima versione del post-punk. A partire da una line-up che non annovera alcun chitarrista o batterista, per concludere con architetture sonore tutt’altro che spoglie, la musica del gruppo poggia sulla voce di Laufey Soffía, le tastiere di Sólveig Matthildur ed il basso di Margrét Rósa.
Memori della lezione dei Röyksopp e soprattutto della musa ispiratrice Björk, le Kælan Mikla vantano una solida formazione elettronica, ma come i gruppi antesignani del loro genere si arrampicano su scale di basso lugubri e cangianti (chi ha detto The Cure?), strutture ritmiche ottimamente programmate e l’onnipresenza dei sintetizzatori, talvolta gestiti in maniera quasi orchestrale come i migliori progetti synthwave.
Gran parte delle scaletta è incentrata sull’ultimo album Undir köldum norðurljósum (2021), la performance è quasi fisiologicamente algida e straniante, ma il pubblico dimostra di apprezzare molto le acrobazie vocali della cantante, una sorta di contraltare iperboreo alla follia animalesca di Jarboe (Swans) ed agli inquietanti virtuosismi di Diamanda Galas.
Ovviamente in un contesto live raccolgono maggiori consensi le canzoni più ritmate e oscure, ma anche durante i passaggi introversi ed eterei la band dimostra di saper tenere ottimamente il palco.

Il ritorno di Ville Valo in veste solista è per forza di cose foriero di dubbi. Non tanto e non solo per il contrattempo pomeridiano, superato brillantemente nonostante lo sguardo vitreo ed il colorito emaciato del Nostro, quanto piuttosto per le ovvie differenze con la precedente configurazione di gruppo.
Se un tempo gli onori e gli oneri degli HIM potevano essere spartiti al 50% tra il cantante/compositore/leader/primadonna e tutto il resto del gruppo, oggi Valo si ripresenta in completa solitudine, seppur attorniato da un manipolo di musicisti tanto sconosciuti quanto affidabili.
In questo senso, bisogna fare un po’ l’orecchio all’assenza di un tastierista di ruolo – rimpiazzato da indispensabili basi preregistrate – ed alla presenza di un secondo chitarrista, che alla resa dei conti è la vera e propria novità della serata, soprattutto quando alle canzoni di Neon Noir vengono alternati i classici degli HIM.
La scaletta è infatti quanto di più machiavellicamente astuto il fautore del Love Metal avrebbe potuto proporre. All’esecuzione di ogni pezzo nuovo corrisponde sempre quella di un vecchio cavallo di battaglia, e bisogna ammettere che lo stacco qualitativo tra il recente esordio a nome VV e capisaldi come Razorblade Romance o Love Metal è molto meno netto di quanto fosse lecito attendersi.
Come accennato, chi aveva una certa confidenza con i concerti degli HIM – una band capace di passare da show strepitosi a insignificanti nel giro di due serate, va detto – viene sorpreso per la prima volta dal suono avvolgente e turgido di due chitarre, che alla resa dei conti restituiscono delle versioni paradossalmente più fedeli ai dischi di Funeral Of Hearts, Right Here In My Arms, Wings Of A Butterfly e tante altre.
La sezione ritmica, pur molto coinvolta durante i rari spunti metal, è risolutamente rock e questo si può notare soprattutto dalla performance dei nuovi brani. Snelli, diretti, dinamici e imperniati sulla voce in discreta forma del caro vecchio Hermanni, che parte in sordina con qualche stecca di troppo sul singolo Echolocate Your Love, ma esce alla grande sulla lunga distanza, dimostrando ottima preparazione e indiscussa professionalità.
E divertendosi pure parecchio, perché no, tra sorrisi soddisfatti con gli occhi sgranati per il confortante riscontro di pubblico, l’immancabile gag con reggiseni e perizomi piovuti sul palco, oltre ad un evidente senso di sollievo evidentemente dovuto al timore che questa avventura solitaria potesse risolversi in un’inconsistente bolla di sapone.
Così ovviamente non è stato, né dal punto di vista discografico, né tantomeno in sede di concerto, almeno a giudicare dagli sguardi pieni di gratitudine e commozione che Ville Valo e il suo pubblico si sono scambiati durante la magia infinita di When Love And Death Embrace.

SETLIST:
Zener Solitaire (intro)
Echolocate Your Love
The Funeral of Hearts (HIM)
Neon Noir
Right Here in My Arms (HIM)
Loveletting
Buried Alive by Love (HIM)
In Trenodia
Wings of a Butterfly (HIM)
Heartful of Ghosts
Join Me in Death (HIM)
The Foreverlost
The Kiss of Dawn (HIM)
Run Away From the Sun
When Love and Death Embrace (HIM)
Encore:
Soul on Fire (HIM)
Salute the Sanguine
Poison Girl (HIM)
Saturnine Saturnalia

Emanuele Biani

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