IMPERICON NEVER SAY DIE! TOUR 2022 – il nostro live report!

IMPERICON NEVER SAY DIE! TOUR 2022 – il nostro live report!

IMPERICON NEVER SAY DIE! TOUR 2022
BOUNDARIES + CABAL + INVENT ANIMATE + SPITE + CURRENTS + SUICIDE SILENCE + AFTER THE BURIAL
Circolo Magnolia 23 novembre 2022 – Milano

Parole di Gabriele Padoa

Per gli amanti del metalcore è ormai diventano un appuntamento fisso di ogni anno. L’Impericon Never Say Dier! Tour infatti è un vero e proprio festival itinerante che ogni autunno nell’arco di un mese porta in giro per l’Europa il suo travolgente carico di musica estrema. La prima edizione si svolse nell’ormai lontano 2008 in Germania, Lussemburgo, Svizzera e Austria, per poi allargarsi anno dopo anno ad altre città, fino a toccare oggigiorno una decina di paesi del Vecchio Continente. Il nome della manifestazione prende origine ovviamente dal famoso album dei Black Sabbath del 1978 ed è sponsorizzato dalla Impericon, la catena tedesca che vende tutto quanto ha a che fare con il mondo core, dall’abbigliamento ai biglietti dei concerti. L’unica tappa italiana dell’edizione 2022 è ospitata al Circolo Magnolia, alle porte di Milano, vicino all’aeroporto di Linate. All’esterno la temperatura è bassa ma le sette band che si alternano sul palco non ci mettono molto a riscaldare gli animi. Nonostante siamo in un giorno lavorativo, alle 18, orario di inizio dello show, il locale è già bello pieno.

I primi ad esibirsi sono i Boundaries, direttamente dal Connecticut, Stati Uniti e freschi del loro secondo full-length, Burying Brightness. Il quintetto propone un metalcore piuttosto spinto, con elementi progressive. Giovani ed entusiasti (è il loro primo tour in Europa), nonostante qualche piccolo inciampo tecnico, sono il perfetto incipit della serata. Già si vedono i primi accenni di moshpit tra il pubblico. Alla voce a volte si alternano in tre, dando così un senso di dinamismo al sound, caratterizzato anche da momenti melodici. La perfetta organizzazione dell’evento fa sì che i cambi di stage siano molto rapidi.

Finita la prima esibizione, passano appena dieci minuti ed è già la volta dei Cabal. Anche per loro il festival è l’occasione per far conoscere il loro album uscito da pochissimo, Magno Interitus. Il gruppo danese ha uno stile molto violento, diretto e senza mezzi termini, che trascina. Mancano atmosfere e melodie ma l’intento dei ragazzi di Copenaghen è proprio quello di generare un metal senza compromessi e senza esperimenti, tutto brutalità allo stato grezzo, oscurità e ritmi forsennati.

Giusto il tempo di farsi una birra e gli Invent Animate sono già pronti. Il gruppo texano, al lavoro per un nuovo album che dovrebbe uscire nel 2023, propone una variante di metalcore decisamente più sperimentale. Il loro sound è melodico e caratterizzato da una continua alternanza tra atmosfere, ritornelli in pulito e breakdown tenebrosi e violenti. Sul palco si fanno notare soprattutto i due chitarristi per le loro prodezze tecniche, in particolare complessi arpeggi e sezioni di tapping. La musica elaborata degli Invent Animate fa un po’ rifiatare il pubblico, mantenendo comunque l’atmosfera elettrica.

Seguono gli Spite, formazione californiana che mischia parecchio l’hardcore più grezzo al death. Il cantante Darius Tehrani si dimostra un demonio da palcoscenico, capace di coinvolgere tutta la platea in un vorticoso e dinamico pit. La sua performance vocale è forse la migliore di tutta la serata. Senza mai stare un attimo fermo, riesce ad alternare guttural, scream di medio range, parti acute e fry vocals.

Si torna ad un metalcore più melodico con i Currents, che propongono un genere che bilancia sapientemente melodia e violenza. I brani cantati sono tratti dai due album della band americana, The Place I Feel Safest e soprattutto The Way It Ends. Il gruppo regala i momenti più atmosferici, quasi romantici, del concerto. Merito soprattutto del pulito di Brain Wille, capace di creare un feeling molto forte e diretto con gli spettatori. Le canzoni sono perfettamente arrangiate, e un grande plauso va al songwriting di Chris Wiseman (chitarrista anche degli Shadow Of Intent) con i suoi breakdown e tecnicismi.

Il piatto forte della serata è rappresentato dai due co-headliner, Suicide Silence e After The Burial. Si esibiscono prima i Suicide Silence, non nuovi al Never Say Die!, avendone fatto parte già dal 2011. I colossi americani del deathcore iniziano la loro scaletta con Unanswered, uno dei loro successi più grandi, tratto da The Cleansing, il loro album di esordio. Si procede con altri classici, tra cui Wake Up e Disengage (tratti da No Time To Bleed), oppure Fuck Everything e You Only Live Once, presi da The Black Crown. Non mancano brani più recenti, come Love Me To Death, del loro ultimo disco Become The Hunter. La chiusura vede un ritorno alle origini, con No Pity For A Coward. Il loro deathcore con influenze groove, e i loro brani, i cui testi hanno segnato una generazione, rappresentano l’apice dello show. La loro performance è impeccabile e si vede che i ragazzi californiani sanno come portare il pubblico nel loro mondo, con Eddie Hermida che riesce nel difficile compito di fare le veci del compianto Mitch Lucker. I

l gran finale del festival è affidato agli After The Burial, che, attivi dal 2004, possono essere considerati dei veterani della scena. La loro interpretazione del metalcore segue la corrente djent. Le partiture ritmiche sono intricate, con diversi cambi di tempo, i riff delle due chitarre sono martellanti, talvolta accompagnati dalla doppia cassa, creando così delle poliritmie. Nonostante manchino dagli studi di registrazione da tre anni, non hanno perso il loro smalto. L’esibizione infatti è allo stesso tempo energica e precisa. Anch’essi regalano alcuni dei loro brani più noti, come Lost In The Static, Collapse o Behold The Crown. La serata termina alle 23.30 in punto, dopo più di cinque ore e mezza di metalcore che ognuna delle sette band ha proposto secondo la propria personale visione. Peccato solo che non siano previsti bis.

Il Circolo Magnolia, che in passato aveva già ospitato il festival, si fa trovare sempre pronto per queste occasioni (ottima, tra l’altro, l’idea di fornire acqua gratuita a tutti). Una parte dello spazio è dedicata al merchandise, molto vario, anche se non proprio a buon mercato. Al termine del concerto già non si vede l’ora di assistere alla prossima edizione dell’Impericon Never Say Die!.

Emanuele Biani

Lascia un commento