ALL THE WITCHES BLACK FEST – 23/11/2019 Circolo Svolta, Rozzano (MI)

ALL THE WITCHES BLACK FEST – 23/11/2019 Circolo Svolta, Rozzano (MI)

di Paolo Sola

Un’altra importante ricorrenza, dopo quella del trentennale della fondazione, celebrata tre anni fa, ricorre proprio quest’anno per la longeva band alessandrina. Nel lontano ’94, infatti, vide la luce il primo album completo dei Mortuary Drape, All The Witches Dance, una piccola perla di black metal italiano che seppe mietere vittime anche al di fuori dei confini italiani. I Nostri scelgono l’accogliente cornice del Circolo Svolta, situato a Rozzano, in provincia di Milano, per l’evento che vede la partecipazione di altre tre formazioni nostrane, cui viene affidato il compito di preparare il pubblico all’evento della serata.

L’apertura viene affidata ai milanesi Tenebra Arcana, che hanno debuttato pochi mesi fa con l’album Martiri Dell’Odio; il quintetto denota buone doti tecniche e un discreto gusto per le atmosfere lugubri e melanconiche, sottolineate dalle tastiere, che donano maggior atmosfera al black metal del gruppo. Una menzione è doverosa per brani come La Stirpe Dell’Uomo e Luna, quest’ultima tratta dall’omonimo EP.

Dopo il consueto cambio di strumentazione, salgono sul palco i torinesi Scream 3 Days, interpreti di un potente death metal melodico, suonato con grinta e una buona perizia tecnica, dove trovano spazio pesantissimi rallentamenti. Spiccano tra le canzoni in scaletta, tra le quali alcuni inediti, Sweet Dirge e No One, tratte dall’album Kolera 666, e Megiddo contenuta nell’EP The House Without Windows.

È la volta, poi, dei veterani Black Flame, freschi della pubblicazione di Necrogenesis: Chants From The Grave, che danno in pasto al pubblico il loro black/death metal oscuro e avvolgente. Il quartetto, forte dell’esperienza accumulata in anni di attività e dall’affiatamento che unisce membri del gruppo, è artefice di una buona prestazione. Dalla sezione ritmica, sorretta dall’infaticabile M:A Fog, all’aggressività trascinante delle chitarre, il quartetto sembra confermare, ancora una volta, quanto di valido espresso dagli esordi ad oggi.

Terminata l’esibizione dei quattro, cresce febbrile l’attesa per la formazione guidata dall’inossidabile Wildness Perversion; sullo sfondo, capeggia il backdrop che riprende il tema già raffigurato nella copertina di All The Witches Dance, mentre il palco è ornato con i consueti orpelli che, ormai da anni, rappresentano una costante negli show del quintetto. Per l’occasione, non solo verrà riproposto, in toto, l’intero album, ma saranno presenti alcuni ospiti per dare maggior valore alla serata. La lunga intro My Soul preannuncia l’inizio delle danze, mentre il gruppo prende posizione sul palco; la figura imponente ed oscura del frontman, dalle sembianze poco visibili, quasi impenetrabili, contribuisce ad alimentare il profondo senso di mistero che contrassegna ogni esibizione del gruppo.

La tensione, nel frattempo, sale esponenzialmente tra gli spettatori, fino all’irrompere di Primordial, classico intramontabile dei Nostri, che si abbatte sui presenti con una carica distruttiva travolgente. È, quella dei Mortuary Drape, una macchina perfettamente rodata, che non sembra palesare inceppamenti o malfunzionamenti, grazie soprattutto ad una line-up solida, affiata e preparata sul profilo tecnico che consente ai Nostri di esibirsi ad altissimo livello e in ogni contesto. Il trittico successivo, costituito da Astral Bewitchment, Larve e Funereal Chant dona ulteriore conferma circa le doti di trascinatori dei cinque, che rielaborano in una veste ancor più dinamica ed aggressiva brani concepiti e registrati originariamente molto tempo addietro.

L’atmosfera si tinge di mistero e profondo fascino con l’esecuzione di Tregenda (Dance In Shroud), traccia che, a distanza di anni, riesce ad ammaliare sempre l’ascoltatore, mentre 13th Way, più cruda e diretta, ridimensiona parzialmente l’alone evocativo del pezzo precedente. Al caratteristico giro di basso di Intro (Chain) segue Medium Mortem, il cui incedere trascinante conduce sino a My Occult Abyss, introdotta da sonorità cupe ed inquietanti che lasciano poi spazio a partiture ben più movimentate e concitate. Termina così la prima parte dello show, quella dedicata esclusivamente all’esecuzione, in blocco, di tutti i brani di All The Witches Dance, per poi proseguire con la personalissima reinterpretazione di Nightmare Be Thy Name, brano dei Mercyful Fate, ed incluso nel vinile, in formato doppio, stampato per il trentennale del gruppo.

Successivamente, i cinque compiono un ulteriore passo indietro nel tempo, riproponendo interamente l’EP Into The Drape, prima pubblicazione ufficiale della band, che racchiude brani ancor oggi popolari nelle esibizioni dei black metaller piemontesi. Dalle cadenze pacate di Mother a quelle più movimentate di Crepuscolar Whisper, passando poi per l’intensità esecutiva di Moon, si giunge alla orrorifica Zombie e Vengeance From Beyond, altro cavallo di battaglia dei Nostri, che precede l’intervento degli ospiti della serata.

È proprio durante le battute finali della canzone che Wildness Perversion, per ben tre volte, ripete le ultime parole del testo, “Death Arrived”, in corrispondenza di ciascun ospite che fa ingresso sul palco. Si uniscono così al quintetto, per l’esecuzione di due brani, Charles Blasphemy, ex Necromass e GF93, Wicked Angel, storico ex membro del gruppo, ed Andy Panigada dei Bulldozer. Il primo dei pezzi è Necromaniac, tratta da Secret Sudaria, cui segue la celeberrima Mortuary Drape, brani intaccati da suoni un po’ impastati forse, ma durante i quali è impossibile non notare la presenza scenica di Wicked Angel. Il chitarrista, infatti, suona e si muove con estrema disinvoltura, assumendo pose che ricordano le passate esperienze con i Mortuary Drape, quasi come se il tempo si fosse fermato. Una degna chiusura, dunque, per un evento importante nella storia della band, una tra le più longeve, in ambito estremo, della scena italiana.

 

Maurizio De Paola

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