WOLVES AT THE GATE – ascolta la loro versione della hit di Jon Bellion “Stupid Deep”

WOLVES AT THE GATE – ascolta la loro versione della hit di Jon Bellion “Stupid Deep”

La post-hardcore band statunitense Wolves At The Gate ha pubblicato oggi via Solid State la propria versione di “Stupid Deep”, celebre hit di Jon Bellion.

La canzone è la terza cover pubblicata dal quintetto da giugno dopo “Attack” (Thirty Second To Mars) e “Heathens” (Twenty One Pilots).

Guarda il visualizer qui:

“È facile dire che siamo stati tutti attratti dalla profondità del testo di questa canzone. La semplicità dell’arrangiamento e del testo ha reso il messaggio e la canzone decisamente potenti”” spiega la band “Ci sono voluti alcuni tentativi per portare questa canzone in una dimensione che catturasse davvero l’emozione, ma non potremmo essere più felici di come è andata a finire. Quando è stato inviato il demo iniziale, un paio di dei ragazzi del nostro team non si resero conto che si trattava di una cover, pensando fosse la base di una nuova canzone. Ciò che ha reso interessante il tutto è stato vedere la loro reazione quando hanno ascoltato l’originale e hanno visto come avremmo potuto dare una svolta molto diversa a una canzone di per sé molto al di fuori del nostro genere. Jon Bellion è un artista così stimolante a causa della sua folle creatività e di quanto sia viscerale il processo creativo per lui. Non appena ho sentito questa canzone, ho fatto una profonda analisi per trovare tutto il resto che aveva creato. Sono andato su YouTube e ho continuato a essere ispirato da quel suo modo inusuale di non avere regole in fase creativa. Ha documentato molti dei suoi processi creativi affinché tutti possano vederli ed è stato davvero d’ispirazione guardare tutto ciò. Sarebbe ingenuo negare che il testo di questa canzone mi abbia fatto venire le lacrime agli occhi molte volte. È un’espressione così meravigliosa del bisogno di grazia e della libera disponibilità di essa. Spero che potremo offrire agli ascoltatori il viaggio emozionante che tutti abbiamo vissuto quando abbiamo ascoltato per la prima volta questo brano”.

Ferruccio Bortolotti

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