WACKEN OPEN AIR 2016 – Il live report

Wacken Open Air 2016
Foto e testo di Bianca Saviane

Oramai Wacken più che un festival è un’istituzione vera e propria, giunta alla ventisettesima edizione. Quest’anno decidiamo di ripercorrere il viaggio verso la mecca del metallo in auto da Milano.
Traversata lunga, ma sempre affascinante nel vedere la migrazione del popolo metal con i mezzi più disparati verso il piccolo paesino a Nord della Germania che ogni anno accoglie questo enorme festival.
Memori dei fanghi non esattamente termali della passata edizione che arrivavano ad altezza polpaccio questa volta arriviamo già attrezzati con stivali di gomma alle prime avvisaglie di maltempo.
L’edizione 2016 vede una ridistribuzione intelligente degli spazi interni. Per chi ha più dimestichezza con il festival il beer garden è stato spostato sulla destra esterna del Party Stage e l’area delle bancarelle di abiti adesso è contingua agli stand del cibo in un’area tutta aperta e nettamente più fruibile.
L’attenzione verso le esigenze del pubblico sono sempre il punto di forza del festival che si rinnova di anno in anno sempre con l’attenzione rivolta a chi il festival lo vive da spettatore.
A Wacken proprio non manca nulla è il paradiso per ogni metallaro che si rispetti c’è tutto per ogni gusto: dall’area vichinga sempre più curata, l’area cyberpunk lo Jagerbar costruito nel ventre di una grande renna di legno e chi più ne ha più ne metta.

Arriviamo nell’area concerti appena in tempo per i Foreigner, che di primo acchitto sembrano una scelta un po’ al limite per lo standard di Wacken, ma non appena calcano la scena la sapiente padronanza scenica di Mr. Hansen culla un’incredibile numero di metallari sulle melodie dei loro pezzi intramontabili.
Il pubblico è partecipe in maniera incredibile ed è altrettanto incredibile sentir cantare a squarciagola “I Want To Know what Love is” da una fiumana di metalheads borchiati assolutamente divertiti.
Qualunque sia la proposta musicale il pubblico di Wacken la accoglie sempre in nome di uno spirito di aggregazione e di divertimento difficile da trovare altrove.
Tocca ora alla band di Mr. Coverdale e soci. I Whitesnake, maestri navigati propongono uno show come sempre di classe, l’istrionico Coverdale un po’ sottotono in alcuni punti sopperisce con la sua maestria scenica. Apprezziamo l’italiano Michele Luppi alle tastiere e cori, ma soprattutto la performance dell’inossidabile Tommy Aldrige dietro le pelli.

Tocca ora a capitan Bruce Dickinson “atterrare” con il resto degli Iron Maiden sul palco di Wacken. L’attesa è vibrante e palpabile, l’emozione della folla come ogni volta per i Maiden a Wacken è sempre grande. L’area concerti letteralmente straripa di gente oltre gli stand e si perde all’orizzonte senza intravederne la fine. Stasera per la prima volta Wacken trasmetterà lo show integrale in streaming mondiale con un picco di 550.000 utenze per quest’ultima delle 72 date itineranti per promuovere la loro ultima fatica “The Book of Soul”. Gran parte dello show è incentrata sulle novità discografiche, ma come è facile immaginare il coro all’unisono di Wacken esplode sui pezzi storici come Children of The Damned e gli altri intramontabili capolavori mitragliati della loro longeva carriera. Dickinson è in forma dopo le preoccupazioni per i problemi di salute avuti recentemente, qualche piccolo calo vocale assolutamente perdonabile, per le performance del suo calibro. Resta sempre una spanna sopra tutti e questa sera festeggerà proprio sul palco di Wacken il suo 58esimo compleanno.

Purtroppo a Wacken servirebbe il dono dell’ubiquità per assistere a tutti gli show, quindi cerchiamo nonostante freddo, pioggia e stanchezza di goderci almeno qualche pezzo dello show dei Therapy? e a chiudere la strepitosa giornata l’impeccabile show dei Blue Oyster Cult.

Il giorno successivo, come da consuetudine facciamo un giretto nel piccolo paesino di Wacken perché anche l’aria di festa del festival (e di business per la popolazione locale) si respira ovunque. Fa sorridere vedere vecchietti e perfino le cassiere del supermercato indossare le maglie del festival per rendersi più heavy metal.
Arriviamo nell’aera festival dove i toni si fanno folkeggianti per lo show degli Eluveitie sul Black Stage, show seguitissimo dove a sorpresa invitano come ospite speciale Liv Kristine ad interpretare la bella “Call of the Mountains”, apprezzatissima.

Ci gustiamo per intero lo show di Axel Rudi Pell sul true metal stage,amatissimo in Germania, con una scaletta itinerante di tutta la carriera e l’eleganza canora di Gioeli, stupenda “Rock the Nation”…

Seguiamo poi lo show di Tarja Turunen sempre sul black stage concerto tecnicamente molto buono, Tarja decisamente molto in forma, curata e appariscente tiene in pugno il suo pubblico, ma alla lunga per chi non la segue assiduamente lo show risulta un po’ noiso. La giornata poi vedrà anche un imporbabile duetto tra Tarja e Alissa White-Gulz su “Demons in You” a mio parere del tutto discutibile.

Oggi ad attirare la curiosità di tutti è il progetto di Kai Hansen chiamato Hansen & friends ghiotta occasione per gli amanti del così detto “Happy metal” di gustarsi i duetti di Mr. Hansen e Mikael Kiske che da rivedere sullo stesso palco sono sempre una gioia per gli occhi e per le orecchie. La voce di Kiske dal tono inconfondibille echeggia nell’area festival potente e inconfondibile sulle note della storica “I want out”.

Headliner della giornata i Blind Guardian amatissimi in terra tedesca, ma visti proprio qualche giorno prima al Metaldays in Slovenia ripropongono lo stesso show. The Bard’s Song, Mirror Mirror e Valhalla chiudono lo show come da copione.

Il sabato mattina arriviamo prestissimo in area concerti ma il tempo non è certo dei migliori, un bel diluvio a secchiate d’acqua ci pensa per bene ad alimentare un po’ il celeberrimo fango di wacken che i tedeschi sono ormai riusciti a far diventare un marchio di fabbrica, perfino i tabelloni in autostrada uscendo da Wacken poi riporteranno ironiche scritte sulla falsa riga “Il fango di Wacken vi saluta”.
Tornando al festival oggi l’italianissimo talentuoso e velocissimo batterista dei Dragonforce Gee Anzalone ci permette di assistere alla loro performance direttamente dallo stage.
Nonostante l’acquazzone di pochi minuti prima al calare del telone nero che divide il palco dal pubblico per aprire la giornata di concerti ci si trova davanti a uno spettacolo incredibile, l’area festival già del tutto gremita occupata per l’intera superficie dei due stage principali che arriva nelle retrovie fino agli ingressi dell’area! Pubblico ripagato dal bacio del sole che arriva appena in tempo per l’inizio del tiratissimo show. Marc Hudson, che aveva avuto recentemente problemi di salute oggi è in forma smagliante, fa una prova canora perfetta e senza sbavature. I suoni sono potentissimi e il pubblico risponde con un’energia incredibile. Lo show è senza sbavature e di altissimo livello tecnico. Lee e soci snocciolano con disinvoltura i pezzi del recente Maximum Overload e pezzi più datati della loro carriera. E sulla celeberrima cover di Ring of Fire invitano lo youtouber Pellek come ospite a duettare con Hudson.
Seguiamo poi la band al meet & greet in contemporanea con gli Steel Phanter, dove se ne vedono ovviamente di tutti i colori, e da lì ci godiamo una parte dello show sempre di livello dei Symphony X. Michael Romeo impeccabile e il carismatico Russel Allen una delle migliori voci maschili in circolazione a mio avviso.

Ci godiamo sempre dalle retrovie anche l’ottimo show dei Borknargar e torniamo in zona stage per i Therion purtroppo sottotono. Uno show un po’ troppo dispersivo e lontano dai fasti del passato visti peraltro sullo stesso palco di Wacken anni prima e il paragone è inevitabile. Purtroppo la loro performance scivola via liscia mentre l’aspettativa per i mattatori della giornata aumenta.

Lo show degli Steel Phanter a Wacken è attesissimo e il pubblico si posiziona già molto tempo prima. Ai tedeschi piace il divertimento e questa è la band giusta per mettere d’accordo l’intero festival. E’ la saga dell’eccesso: cominciano a comparire bambole gonfiabili, falli goffiabili giganti e un sacco di gente “travestita” come loro. Lo show è come sempre un trionfo… battute, siparietti irriverenti la fanno da padrona, fanno salire un paio di ragazze sul palco scoprendo che una delle due aveva solo 16 anni e nell’imbarazzo generale comunque ne escono scherzando. Durante “17 Girls in a Row” se ne vedono di tutti i colori e di tutte le salse convolono un bel po’di ragazze sul palco chi balla, chi sul palco sventola le tette al vento come richiesto dalla band, come sempre uno show divertentissimo che si chiude degnamente con “Party All Day (Fuck All Night)” e “Death to All But Metal”.

Ancora con la paresi stampata sul volto dalle risate facciamo una scappata a vedere almeno un pezzo di show dei nostrani Elvenking al Wackinger stage staripante di gente per loro.
Ottima prestazione della band friulana.

Corriamo frettolosamente agli stage principali per lo show dei Twisted Sister, ultimo show tedesco prima del ritiro dalle scene a cui Dee Snider farà riferimento parecchie volte durante lo show. Dee Snider è un vero torero che tiene il toro per le corna, il suo palco è il suo habitat, con un look leggermente meno sgargiante dei suoi standard e un’energia però raddoppiata si dimena sul palco si butta per terra si scatena e corre dominando letteralmente la scena. Si scorge della commozione vera quando parla dello scomparso A.J. Pero dedicando a lui e Lemmy “The Price – I Believe in Rock ‘n’ Roll”. Snocciolano i cavalli di battaglia di tutta la loro immensa carriera, uno show immenso, lungo e veramente sentito che chiude questa edizione di Wacken 2016 nel migliore dei modi: uno spettacolo emozionante e caldo.

Ci si gode ancora un po’ la follia del meraviglioso e infangatissimo pubblico di Wacken e poi lentamente ci si avvia vero la lunga strada del ritorno.
Wacken è immenso, stancante, impossibile vedere tutto quello che offre ogni anno, pieno di fango, lontano, freddo, piovoso… ma resta sempre la mecca e quando finisce la sensazione è sempre la stessa di anno in anno ormai da tantissimo tempo… Si ricomincia con il conto alla rovescia… -365 al prossimo Rain or Shine.