THERION + SATRA – Revolver Club, San Donà di Piave (VE), sabato 9 marzo 2024: il nostro live report!

THERION + SATRA – Revolver Club, San Donà di Piave (VE), sabato 9 marzo 2024: il nostro live report!

THERION + SATRA, Revolver Club, San Donà di Piave, Sabato 9 marzo 2024: il nostro live report!
Parole di Antonino Blesi
Foto di Jo Giommoni

Il tempo passa anche se spesso non ce ne accorgiamo. E’ dal 2018 che i Therion non affrontano un tour europeo esteso, ovviamente per motivi pandemici ma anche per il licenziamento dell’agenzia di booking, che ha permesso loro di performare in tre concerti per il supporto di Leviathan II. In sostanza, questo nuovo tour che sta girando in lungo e in largo l’Europa occidentale e orientale, è una sorta di riparazione che serve a promuovere e valorizzare tutti e tre gli album della trilogia Leviathan, uscita nel mercato tra il 2021 e il 2023. Ben due sono le date sul suolo italico e questa “veneziana” al Revolver Club, arriva dopo quella allo Slaughter Club di Paderno Dugnano (MI) della sera precedente. Stasera l’affluenza è buona e molti sono curiosi di rivedere sul palco un progetto sicuramente unico nel suo genere, incastonato tra metal, musical e opera, per uno spettacolo che si confermerà di livello sontuosamente superiore.

20.45: SATRA

I Therion decidono di farsi accompagnare da diverse band che si alternano in questo tour ma sono tutte caratterizzate da essere “giovani” e poco esperte. In Italia tocca ai finlandesi Satra, un quartetto nato nel 2020 ma recentemente rivoluzionato in tutte le sue posizioni, a parte per il batterista Jani Myllymäki. Il primo album Sand Of Time è uscito qualche settimana fa e rimane una dignitosa lezione di metal sinfonico beatamente devoto ai Nightwish, con l’aggiunta di qualche piccolo elemento più estremo che sarebbe doveroso esplorare in futuro, per sperare di staccarsi un po’ dall’ordinarietà della loro proposta. Dal vivo è evidente che la formazione suoni insieme da poco e che debba rodarsi di più. Cercando di dimenticare le copiose basi di tastiera e degli invadenti cori preregistrati, il resto è timidamente eseguito e chiaramente chi sta sul palco è più attento a non sbagliare nulla che a cercare di dare spettacolo. Al microfono, una simpatica ma leggermente spaesata Pilvi Tahkola cerca di coinvolgere i presenti ma risulta imprecisa soprattutto nelle stentate parti alte. Una performance timida ma apprezzata comunque dal pubblico che applaude generosamente.

satra

Scaletta:

  1. From The Night
  2. Sand Of Time
  3. Travelleres
  4. Stars
  5. Secret Place (Dead Men’s Tale)
  6. Shadow Engine
  7. Scarecrow
  8. Golden City

21.45: THERION

La grande novità di questo tour è rappresentata dal momentaneo ritorno della soprano Lori Lewis, che va a sostituire l’italiana Chiara Malvestiti, per lieti motivi di salute (una gravidanza quasi al termine). La Lewis ha cantato con il gruppo svedese dal 2007 al 2014 e appare sicuramente come una scelta logica e molto apprezzata dai fan. La compattezza dei sette elementi sul palco non ha risentito minimamente di questo piccolo cambio, in uno spettacolo che nel metal è sicuramente un unicum che ha ben pochi paragoni. La sensazione di assistere alla versione estrema e solenne di un musical è sempre ben presente, insieme a una teatralità mai pomposa ma sempre divertente e ricca di pathos ed emozione. Se qualcuno potrebbe avere da ridire sulle basi orchestrali e di tastiera (invero utilizzate con discrezione e parsimonia), l’impatto sonoro è veramente imponente e non dimentica mai il fattore “metallico”, ben bilanciato con la drammaticità della messa in scena e con le tre voci principali che si alternano senza essere supportate da basi vocali preregistrate. I cori sono ad appannaggio del pacato chitarrista solista Christian Vidal e del possente bassista Nalle Påhlsson, mentre il leader Christofer Johnsson macina riff con le sue Flying V e dirige il tutto con fare impassibile e sornione. L’intesa tra Lori Lewis, la più graffiante e incredibilmente energica Rosalía Sairem e il maestoso e sempre elegante Thomas Vikstrom è qualcosa di mirabolante e sorprendente, poiché le armonie vocali spesso sono di una difficoltà notevole e loro riescono sempre a farle sembrare semplici e immediate. Il pubblico apprezza e supporta una rappresentazione che non è mai distaccata e manieristica, ma chi è sul palco cerca di coinvolgere i presenti, anche grazie ad un repertorio che sapientemente vuole valorizzare i tre album a nome Leviathan, ma non dimentica i grandi classici e le perle di un passato amato e glorioso. Due ore di musica densa ed entusiasmante che scorrono fin troppo veloci ma rimarranno ben impresse nella memoria di chi ha potuto esserci.

Scaletta:

  1. Blood Of Kingu
  2. Ruler Of Tamag
  3. Birth Of Venus
  4. Tuonela
  5. Twilight Of The Gods
  6. Mon Amour Mon Ami
  7. La Maritza
  8. Leviathan
  9. Asgård
  10. Morning Star/Black Diamonds
  11. Ginnungagap
  12. Litany Of The Fallen
  13. Siren Of The Woods
  14. Aeon Of Maat
  15. Lemuria
  16. Sitra Ahra
  17. Quetzalcoatl
  18. Eye Of Algol
  19. Son Of The Staves
  20. Rise Of Sodom
  21. To Mega Therion

Emanuele Biani

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