THE WHO – MY GENERATION in edizione Super Deluxe

A 50 anni dall’uscita, My Generation, l’album di debutto degli Who, non ha perso nulla della sua potenza viscerale e ancora oggi si erge come dichiarazione di ribellione adolescenziale in musica.
Nel 1965, la band era considerata così pericolosa che i sarti chiamati a trasformare la Union Jack in una giacca per la copertina dell’album quasi temettero di essere incarcerati per vilipendio alla bandiera. L’atteggiamento scontroso degli Who in quel giorno del 1965, con quella sfacciata appropriazione del simbolo dello Stato è il manifesto perfetto per My Generation. È un album che suona come lo vedi: terso, conflittuale e pieno di energia e angoscia giovanile.

Gli Who registrarono la title track il 13 ottobre del 1965 presso i Pye Studios di Londra. La Brunswick Records pubblicò My Generation in UK nel dicembre del 1965, e più tardi (aprile 1966) negli Stati Uniti con il titolo “The Who Sings My Generation”.
My Generation è stato prodotto da Shel Talmy, che già aveva lavorato con The Kinks, gruppo molto amato dal teenager Pete Townshend.

Lo scorso anno, durante una pausa del tour del cinquantesimo anniversario degli Who, Pete Townshend ha trovato nel suo archivio personale alcuni nastri. Da questo ritrovamento è nata questa spettacolare edizione super deluxe di My Generation che contiene ben 79 tracce.

L’intero album è stato remixato in una nuova versione stereo curata personalmente da Roger Daltrey e Pete Townshend. Per le sovraincisioni di questo nuovo mix, Townshend ha utilizzato esattamente le stesse chitarre e gli stessi amplificatori dell’album originale, e Daltrey addirittura lo stesso microfono.
Nei cinque dischi rimasterizzati che compongono il cofanetto, anche tre brani inediti, The Girls I Could Have Had, As Children We Grew e My Own Love, oltre a demo mai sentiti prima e mix alternativi.

All’interno della confezione anche un meraviglioso libro di 80 pagine con foto rare, e delle note bio-discografiche scritte da Pete Townshend. “Raccogliere il materiale per questa collezione e riascoltare questi nastri di cinquantadue anni fa è stato molto piacevole, un’emozione indescrivibile. Spero vi piacciano. Hanno l’ingenuità e l’innocenza, la semplicità e l’immediatezza che mi rammentano com’ero.”