RHAPSODY OF FIRE – il concerto del 22.04.23 al Revolver Club di San Donà di Piave (VE) nel nostro live report

RHAPSODY OF FIRE – il concerto del 22.04.23 al Revolver Club di San Donà di Piave (VE) nel nostro live report

Rhapsody of Fire + Huecco + Symphonity + Avaland + Anthenora
San Dona di Piave, Revolver Club, 22 aprile 2023

Parole di Antonino Blesi
Foto di Jo Giommoni

Il metal è fatto di grandi passioni musicali e intensi rapporti umani. E’ nelle occasioni di incontri dal vivo e durante i concerti che si vive il meglio dell’essere parte di una stessa emozione che accomuna addetti ai lavori e semplici fan. Tutto questo si è dissolto con il Covid, e sarebbe pia illusione ammettere che oggi sia tornato tutto “come prima”. Non è vero ma ci si prova, anche se organizzare dei tour è sempre più difficile. Finalmente e con un anno di ritardo, ora tocca ai Rhapsody Of Fire, recuperare il tour europeo a supporto di un notevole Glory For Salvation, uscito nel novembre 2021. E se le assi e i muri del Revolver Club di San Donà di Piave potessero parlare, sarebbero felici come gli occhi dell’amico che ti confessa di aver incontrato la sua attuale compagna ad un concerto della band triestina nel 2017, e di condividere con lei la festa di questo sabato sera di timida primavera. FESTA è la parola d’ordine, e coinvolge l’ottimo lavoro di organizzazione del locale, di Cerberus Booking and Promotion e di Truck Me Hard, che offrono nella prima delle due date italiane del tour (entrambe da tutto esaurito), uno spettacolo che va oltre al singolo concerto e si trasforma di un allegro e rumoroso festival: ben quattro band e un ospite speciale, quasi cinque ore di power metal sinfonico, e per una volta, nessuno ha veramente nulla di che lamentarsi. Solo puro godimento a trecentosessanta gradi.

19.30: ANTHENORA

Gli Anthenora si aggiungono alla scaletta per i due concerti in terra italica, con il loro status intoccabile di cult band storica e che vede i suoi natali nel 1989 in Piemonte. Dopo grandi esperienze come inossidabile cover band degli Iron Maiden e diversi tour a supporto di Nicko McBrain, il gruppo comincia a produrre materiale inedito dal 2004, fino al quarto album del 2020, Mirrors and Screens, che festeggia il trentennale del quintetto cuneense, prodotto dall’amico Tony Mad Fontò degli White Skull. In attesa di un nuovo disco in lavorazione, il quintetto (con ben tre membri originali nelle sue fila), dimostra con una prova dal vivo veloce e bruciante, di essere in forma rocciosa e di credere ciecamente in un heavy metal possente e anthemico, che riesce a coinvolgere tutti i presenti. Il carisma e la voce di Luigi “Gigi” Bonansea troneggiano in prima fila, ben supportato da un gioco di squadra sempre presente ed entusiasmante. Dalla celebrativa 30th all’epica vissuta di The Old Guard, ogni minuto della loro esibizione vale il prezzo del biglietto.

Scaletta:

  1. Tiresias
  2. Operation Sea Lion
  3. 30th
  4. Low Hero
  5. The Old Guard

20.20: AVALAND

Largo ai giovani con i francesi Avaland, guidati dal cantante, compositore e tastierista Adrien G. Gzagg, verso i felici lidi delle metal opera quasi totalmente influenzate dagli Avantasia e dal suo guru Tobias Sammet. Dopo l’acerbo esordio Theater of Sorcery, di due anni fa, la loro crescita e maturazione sono esponenzialmente aumentate grazie all’arrivo del “secondo” cantante Jeff Kanji e la recente uscita del secondo disco, The Legend of the Storyteller. Seppur ancora derivativi e gravati dall’assenza di un tastierista “reale” (sostituito da basi pre-registrate), i cinque ragazzi hanno coinvolto tutti grazie ad una tecnica notevole di sezione ritmica e dell’ascia funambolica di Lucas Martinez e soprattutto, illuminati dall’intensità e dalla teatrale presenza scenica dei due cantanti Adrien e Jeff, decisamente ispirati e appassionati nel loro “racconti epici e metallici”. Magnetici e amati anche dai loro compagni di tour, che si sono precipitati sul palco per l’inno finale Crimson Tyranny, che ha visto on stage tutti i cantanti delle band presenti, per un finale esplosivo ed entusiasmante. Gli Avaland non potranno che crescere sempre di più, e siamo certi che questa tour li abbia fatti giustamente conoscere ad una platea più vasta. Da tenere d’occhio, ascoltando il nuovo album!

Scaletta:

  1. Theater of Sorcery
  2. To Be The King
  3. Betrayers
  4. Kingslayer
  5. Madness of the Wise
  6. You’ll Be The Legend
  7. Crimson Tyranny

 

21.10: SYMPHONITY

Per chi vi scrive, Marco Polo: The Metal Soundtrack, è stata una delle maggiori sorprese uscite nel 2022. Un’opera ambiziosa che portava il nome di una band attiva dal 2006, ma del tutto rivoluzionata dopo l’uscita del secondo disco King Of Persia, del 2016. Intorno al leader e chitarrista Libor Křivák, sono arrivati ben cinque elementi nuovi, tra cui i cantanti Mayo Petranin (Slovacchia), Konstantin Naumenko (Ucraina) e il tastierista virtuoso svedese Johannes Frykholm, trasformando i Symphonity in una multinazionale a trazione Ceca, che prende il power metal classico e lo innesta con sonorità etniche e spesso molto accostabili alle colonne sonore. Il rodaggio dal vivo del gruppo rinnovato è sicuramente reso più difficoltoso dall’assenza del batterista Josef “Pepa” Cigánek e soprattutto di Konstantin, per motivi facilmente intuibili, sostituiti momentaneamente da Michael Brush dei Sirenia, e dall’affidabile voce dello svedese David Akesson, che ha già aiutato dal vivo i Symphonity per alcune date a ottobre del 2022. L’affiatamento infatti si nota, soprattutto nelle interazioni tra i due cantanti, ma anche tra i frequenti duetti tra tastiere e chitarre, sempre ad un ritmo vorticoso e sostenuto. Grande spazio viene dato ad alcuni estratti del nuovo disco, e rimaniamo colpiti dal tono roco e pastoso di Petranin, che ben si fonde con la vocalità quasi kiskiana dell’ospite Akesson. Grande appare anche la contagiosa opera di coinvolgimento dei due cantanti, tra sguardi pazzi e ammiccamenti ad un pubblico che non vede l’ora di farsi trascinare via dal potere della musica. Una esibizione che ha messo in luce tutte le doti di questi “nuovi” Symphonity, certamente tornati per restare.

Setlist:

  1. Marco Polo Part 2: Crimson Silk
  2. Marco Polo Part 3: The Plague
  3. In the Name of God
  4. Evening Star
  5. Marco Polo Part 6: Dreaming Of Home
  6. Marco Polo Part 7: I Found My Way Back Home
  7. Give Me Your Helping Hand

 22.15: HUECCO

La spasmodica attesa del grande evento, viene spazzata da una scritta su led azzurri che viene montata sul palco, in cui si legge abbastanza chiaramente il nome Huecco. Sale sul palco un misterioso e sorridente spagnolo, armato di microfono e chitarra, che in tutta velocità suona e canta su alcune basi un paio dei brani del suo repertorio. Scopriamo che Huecco è un cantautore iberico, che nel suo stile musicale riesce a miscelare mille influenze, tra cui anche il rock e un pizzico di metal, spesso fusi anche con musica latina e ballabile. Dice di aver coinvolto i Rhapsody Of Fire in una sua folle idea, ma questo simpatico intermezzo si avvia verso la fine con grande velocità. Lo rivedremo di nuovo.

22.30 RHAPSODY OF FIRE

Siamo qui tutti per loro, compresi i musicisti delle altre band che se ne staranno non lontani dal palco, nella zona del merchandising, a cantare a squarciagola tutti i grandi successi del quintetto triestino. Grandi sono le aspettative e di certo non andranno deluse, Il volume del suono viene raddoppiato rispetto alle esibizioni dei gruppi di supporto, e le assi del pavimento del club saranno messe a dura prova dalle vibrazioni date dalla sezione ritmica Sala/Marchesich. Il frontman Giacomo Voli ripeterà diverse volte la fierezza di un gruppo che ora appare il più solido di sempre, e totalmente formato da italiani. Patriottismo a parte, questi musicisti sono spettacolari ma non ostentano una tecnica comunque da paura. Roberto De Micheli suona per tre chitarristi e fa cantare la sua chitarra neoclassica con grande gusto e sensibilità. Chi ama la sei corde si potrebbe ricordare di lui nelle playlist di fine anno. Il grande capo Alessandro Staropoli dirige dalle retrovie con spiccata umiltà, lasciando tutta la scena ad un Giacomo Voli che rappresenta la sua scommessa vinta su tutti i fronti, e la rivincita di una band che sembrava finita, qualche anno fa. Voli canta quello che vuole e lo fa senza apparente sforzo, dando alle sue interpretazioni forza e intensità, ma si dimostra anche simpatico e carismatico. In poche parole, il tramite ideale tra il pubblico e una band che crede ciecamente nel nuovo materiale, e dedica più di metà del concerto a estratti dai due album della The Nephilim’s Empire Saga, non tralasciando però i grandi successi che tutti vorrebbero ascoltare e cantare. La potenza spaziale del sound viene acuita grazie ai cori che accompagnano Voli, tutti reali ma registrati (data l’impossibilità di poterli fedelmente riprodurre dal vivo), e se questo elemento può essere visto come un limite oppure un “facile aiuto”, bisogna dire che la band non fa nulla per nascondere la cosa, e si impegna al massimo per rendere la serata assolutamente memorabile. Canzoni come I’ll Be Your Hero, Master Of Peace e Una Ode per L’Eroe, sono assolutamente degne delle classiche ed eterne Dawn Of Victory, Reign Of Terror ed Emerald Sword, ma possiamo affidare alla recente March Against The Tyrant la palma di momento più struggente della serata, reso unico dall’intervento dell’ospite speciale Manuel Staropoli al flauto. I Rhapsody Of Fire dimostrano anche di avere un notevole senso dell’umorismo, nell’attesa collaborazione con Huecco, in una vivacissima Fuego Valyrio, ispirata dal Trono di Spade e scritta dal cantautore spagnolo per essere suonata insieme a loro. L’inno della spada di smeraldo viene cantato da tutti i presenti, in una atmosfera di festa assoluta, che chiude una serata impeccabile e memorabile. Compattezza fa rima con umiltà, e infatti, alla fine del concerto, la band triestina rimarrà a disposizione dei fan per chiacchiere, foto e dediche autografe. L’indomani lo stesso trattamento sarà dedicato al Legend Club di Milano, per una data che chiuderà una due mesi di intensa attività concertistica. Una piccola pausa attende il gruppo, in attesa di un tour Canada/Usa che li terrà impegnati per i mesi di maggio e giugno. La Leggenda continua e non ha intenzione di fermarsi.

Setlist:

  1. I’ll Be Your Hero
  2. Chains of Destiny
  3. The Legend Goes On
  4. Unholy Warcry
  5. March Against The Tyrant
  6. A New Saga Begins
  7. Son of Vengeance
  8. Fuego Valyrio
  9. Master of Peace
  10. Rain of Fury
  11. Un’Ode Per L’Eroe
  12. Dawn of Victory
  13. Reign of Terror
  14. Wisdom of the Kings
  15. Emerald Sword

 

 

Emanuele Biani

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