DEEP PURPLE + PLANETHARD – il concerto di martedì 27 giugno al Parco Ducale di Parma nel nostro live report!

DEEP PURPLE + PLANETHARD – il concerto di martedì 27 giugno al Parco Ducale di Parma nel nostro live report!

DEEP PURPLE + Planethard
Parco Ducale – Parma
27/06/2023
Parole e foto di Davide Sciaky

A distanza di meno di un anno dall’ultima volta in Italia, le leggende dell’Hard Rock Deep Purple tornano per un trio di concerti in location diverse dalle mete abituali dei grandi tour. Gli inglesi infatti suonano a Parma, Macerata e Pordenone, portando a 6 il numero dei concerti italiani degli ultimi 12 mesi, dopo Roma, Bologna e Milano lo scorso anno; noi eravamo a Parma e vi raccontiamo qui la serata.

Ad aprire il concerto troviamo gli italiani Planethard, sicuramente emozionati all’idea di suonare poco prima di un gruppo tanto storico ed importante.

Nei quaranta minuti a disposizione, la band scalda il pubblico che continua ad affluire nel Parco Ducale prendendo posto nelle sedie posizionate davanti al palco.

Sebbene il gruppo non fosse la portata principale della serata, e probabilmente molti neanche li conoscessero, i Planethard suonano con grande grinta per una performance decisamente piacevole.

All’arrivo degli headliner la platea si è decisamente riempita di persone inizialmente sedute ordinatamente, ma tanti non riescono a resistere al richiamo del Rock e dopo poco si alzano per andare sotto le transenne, nonostante le proteste di qualche membro della sicurezza. La doppietta iniziale fa esplodere da subito l’entusiasmo di tutti i fan: “Highway Star” e “Picture of Home” sono grandi classici amatissimi e quindi efficaci nel far partire il concerto col botto. Gli unici momenti dedicati alla discografia recente si hanno con “No Need to Shout” e “Uncommon Man”, mentre il grosso della serata è dedicata ai classici più classici, e il pubblico non si lamenta di certo. Dobbiamo però notare come rispetto all’ultimo concerto italiano la scaletta sia completamente immutata, se non che per l’aggiunta di “Into the Fire”, brano colossale e assolutamente apprezzato, ma forse a distanza di così poco tempo e spazio (realistico pensare che qualche fan proveniente del parmense sia andato a Milano lo scorso ottobre, così come qualche fan di Milano e dintorni potrebbe essere venuto questa sera a Parma) qualche variazione in più nella setlist sarebbe stata gradita.

Lasciando da parte le considerazioni sulla scaletta, la band suona con la consueta energia e tutti i membri esibiscono spesso sorrisi che dimostrano grande gioia davanti all’entusiasmo del pubblico. Non mancano gli assoli di chitarra, basso e tastiera che da un lato permettono ai musicisti in questione di avere un momento sotto i riflettori, e dall’altro permettono agli altri (forse in particolare a Ian Gillan) di riprendere il fiato. Gillan, che alla sua età, e dopo una vita passata a sgolarsi sui palchi, ha sicuramente meno agio a raggiungere certe note rispetto ad un tempo, compensa i limiti fisici sopraggiunti con grande esperienza tagliando qualche acuto qua e là ed offrendo comunque una performance di tutto rispetto e di gran coinvolgimento. L’apice lo raggiunge probabilmente su “When a Blind Man Cries”, canzone dalla forte carica emotiva, dove per cinque minuti trasporta i fan su un altro pianeta con la sua performance che si conclude con una nota tenuta per diversi secondi scatenando una fragorosa standing ovation.
Come dicevamo non mancano i classici, ovviamente “Smoke on the Water” è quello che ottiene più reazioni – tra cui purtroppo anche un numero decisamente eccessivo di cellulari alzati al cielo – mentre spetta a “Black Night” il compito di chiudere lo show.

Con le dovute osservazioni sulla scaletta un po’ poco coraggiosa, o “pigra”, se preferiamo, i Deep Purple hanno presentato ai fan l’ennesimo spettacolo di livello dimostrando che il Rock è un’attitudine senza età.

Più di 50 anni dopo l’inizio della loro carriera, gli inglesi non sembrano avere alcuna intenzione di rallentare e continuano a dimostrare al mondo cosa vuol dire fare Rock con la R maiuscola.

Ferruccio Bortolotti

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