SLIPKNOT + JINJER + VENDED – 26/07/2022 Castello Scaligero, Villafranca (VR): il nostro live report

SLIPKNOT + JINJER + VENDED – 26/07/2022 Castello Scaligero, Villafranca (VR): il nostro live report

SLIPKNOT + JINJER + VENDED
26/07/2022 Castello Scaligero, Villafranca (VR)
Parole di Michele Martini
Foto di Emanuela Giurano 

Ad esattamente un mese dall’infuocata kermesse del Rock The Castle le mura dello storico sito in provincia di Verona tornano a tremare sotto le bordate acustiche lanciate da alcune delle band più attese dalle nostre parti, quantomai desiderose di ritrovare il contatto con i fan dopo le note vicissitudini che negli ultimi due anni hanno ripetutamente determinato cancellazioni o, nella migliore delle ipotesi, spostamenti di date dal vivo. È il caso degli Slipknot, che avrebbero dovuto esibirsi in questo stesso luogo nell’ormai lontano 2021, e per altri motivi dei Jinjer, la cui partecipazione al festival citato in apertura è saltata a causa della cancellazione della giornata iniziale della manifestazione.

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Ma veniamo alla cronaca della serata: in virtù di imperdonabili inefficienze organizzative ci perdiamo, unitamente a gran parte delle persone in attesa di entrare all’interno della location, la prova dei VENDED (tra le cui fila militano i due figli d’arte Griffin Taylor e Simon Crahan). Un vero peccato, sentire l’eco della band sul palco quando ancora due file interminabili si sviluppano attorno alle mura del castello. Prevedere qualche varco d’accesso in più, snellire procedure fin troppo macchinose o rispettare (se non anticipare) gli orari previsti per l’apertura dei cancelli avrebbe probabilmente potuto agevolare l’afflusso del pubblico pagante.

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Non appena i JINJER entrano in scena si capisce immediatamente il motivo dei consensi che la band sta ottenendo da qualche anno a questa parte: il quartetto appare fin da subito in ottima forma, ed al di là dell’istrionica prova di Tatiana Shmayluk ai microfoni conferma di disporre di qualità tecniche superiori alla media. Grazie ad una sezione ritmica letteralmente strabiliante e al sapiente lavoro svolto alla chitarra ad opera di Roman Ibramkhalilov, il gruppo sciorina nell’arco di tempo a propria disposizione una raffica di pezzi decisamente azzeccata. Gli estratti dagli ultimi due album Macro e Wallflowers sono i più acclamati dalla folla che nel frattempo arriva ad assieparsi davanti allo stage per gustarsi un’esibizione davvero trascinante.

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Quando il grande telo nero cade svelando una scenografia di derivazione cyber-urbana, una prima considerazione si fa strada tra i presenti: i suoni sono pressoché perfetti e ben bilanciati, fattore che permetterà di assistere ad un concerto di ottimo spessore, oltre che all’esagerata rappresentazione coreografica alla quale gli SLIPKNOT ci hanno in passato abituati.

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Il manipolo di personaggi mascherati inscena già dalle prime battute uno spettacolo a tutto tondo, aggirandosi tra impalcature e tralicci, ventole giganti e maxischermi piazzati dietro ed addirittura sopra il grande palco. L’effetto scenografico è decisamente impattante, e conferma quanto il circo multimediale architettato dai nove musicisti si alimenti, oltre che di musica, anche di spettacolari trovate artistiche e di performance individuali collocate all’interno della prova corale.

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E’ il caso delle folleggianti scorribande del Clown o di Tortilla Man, della personalità strabordante di Corey Taylor piuttosto che del solidissimo lavoro alle chitarre della coppia Thompson/Root: ciascuno ha un proprio ruolo ben definito all’interno di una rappresentazione la cui resa è pura delizia per occhi ed orecchie.

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La scaletta attinge a piene mani dall’intera discografia della band, sciorinando capisaldi del calibro di Spit It Out, Dead Memories o The Heretic Anthem; il pubblico dimostra di gradire senza risparmiare energie di sorta, letteralmente in pugno di chi conduce le danze in maniera magistrale dall’alto di un palco sul quale si alternano in continuazione effetti pirotecnici e luci abbaglianti.

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Il finale è rappresentato da due soli pezzi, l’immancabile People=Shit e Surfacing, a suggellare una prova che non ha assolutamente tradito le attese (anche se in tanti avrebbero apprezzato qualche brano in più rispetto ai quindici proposti): considerando il livello dello spettacolo al quale abbiamo assistito, il clima di attesa per l’uscita del prossimo album The End, So Far previsto per il mese di settembre comincia già ad essere rovente.

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SETLIST:
1. Disasterpiece
2. Wait and Bleed
3. All Out Life
4. Sulfur
5. Before I Forget
6. The Chapeltown Rag
7. Dead Memories
8. Unsainted
9. The Heretic Anthem
10. Psychosocial
11. Duality
12. Custer
13. Spit It Out

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ENCORE:
14. (515)
15. People = Shit
16. Surfacing

Emanuele Biani

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