PARADISE LOST il nostro live report
PARADISE LOST il nostro live report
PARADISE LOST – MESSA: Padova (PD), Hall, domenica 26 ottobre 2025: il nostro live report!
Parole di Antonino Blesi
Foto di Monica Furiani
L’autunno uggioso ma non troppo di Padova si presta ad accogliere l’unica data italiana della prima parte dell’Ascension Of Europe tour degli albionici Paradise Lost. Questa serie di concerti spalmati tra ottobre e novembre, vanno a celebrare l’uscita del recente album Ascension. Un tripudio di meritati sold out, tra cui anche questa data, felicemente ambientata in un Hall che dimostra di essere la sala di concerti ideale per un evento simile. L’atmosfera è densa ed elettrica, anche grazie a una band di supporto che può rendere fieri anche i fan tricolori.
20.00: MESSA
Se non conoscente i Messa pentitevi amaramente. Il quartetto veneto non rappresenta certo una novità dell’ultim’ora e si è meritato di supportare i Paradise Lost per tutto il tour. Quattro album preziosi ed eterogenei in dieci anni e soprattutto un suono “metal” a trecentosessanta gradi. Uno stile che riesce ad essere sia vintage che estremamente moderno, tra doom settantiano, jazz e altre mille contaminazioni. Nel nuovo disco The Spin vanno a toccare l’estetica new wave e gotica degli anni ottanta, senza andare a scalfire l’integrità di una proposta sonora che si fa sempre più ricca e stratificata. La voce ammaliante e multiforme di Sara Bianchin e la presenza discreta della band riversano sul pubblico tutta l’emozione di esecuzioni vibranti. L’atmosfera si fa intima e insieme dirompente, come se lampi di pericolo squarciassero un’oscurità che sa di riti antichi e tradizioni misteriose e millenarie. La tecnica si mette al servizio di una coerenza artistica che porterà lontana questa band, ancora troppo sottovalutata nel mercato musicale. Una scoperta per tanti presenti, una conferma per chi li conosce e ammira. Il set è giustamente dedicato a riproporre buona parte dell’ultimo lavoro e i commenti finali saranno “hanno suonato troppo poco, meritavano di più”
Scaletta:
- Babalon
- At Races
- The Dress
- Immolation
- Reveal
- Thicker Blood
21.15: PARADISE LOST
I Messa fungono da intro ideale per i cinque concreti inglesi, che lasciano parlare la loro musica, perdendosi così tra luci blu crepuscolari. Zone d’ombra in cui spesso si nascondono, con il capo chino sui loro strumenti e pochissime parole tra un brano e l’altro. Il pubblico sa che si troverà immerso in una rappresentazione sicuramente unica. Una band che in quasi quarant’anni di carriera ha attraversato varie fasi sonore ed è riuscita ad armonizzarle negli ultimi lavori in studio, compreso l’ottimo e recentissimo Ascension. Per questo motivo, ogni tour dei Paradise Lost è diverso e la scelta del repertorio è spesso drasticamente diversa ai precedenti. Un loro concerto non è mai una riproduzione noiosa di alcune “greatest hits” più svariati estratti dal nuovo album. Si pone piuttosto come una sorta di flusso sonoro che rende ugualmente rilevanti i brani più datati, come quelli più recenti. Dobbiamo già assistere al miracolo di una band che è ancora formata dai suoi membri originali per quattro quinti.
Un insieme dove ogni elemento si muove sul palco in simbiosi oscura insieme agli altri, come se stessimo ammirando un quadro notturno e indecifrabile.
Serpent On The Cross apre maestosa e drammatica e lascia spazio a materiale che si muove senza regolarità tra la metà degli anni novanta e gli ultimi vent’anni. Una carriera discografica che non ha mai avuto flessioni e che anzi, dopo alcuni tasselli più sperimentali, è tornata alle asperità estreme dei primi due album. Il tutto mantenendo quell’afflato melodico che dona quel tocco malefico in più, anche nel saliscendi vocale di un Nick Holmes concentrato e carismatico come sempre. I Paradise Lost riescono a suonare sia colossali che intimi, portando tutti i presenti nel loro mondo gotico e disperato. Senza celebrazioni e retorica, in un susseguirsi di colori ed emozioni gelide ma appaganti. Una dimostrazione tutta sostanza di una carriera ancora magnifica e che dà alcun cenno di decadenza fisiologica. Come l’incombente inverno, loro arrivano sempre implacabili e lasciano un graffio indelebile nei cuori di chi ha abbracciato la loro tragica essenza. Chi ama i fuochi d’artificio si tenga lontano, questo è uno spettacolo diverso ma ancora memorabile.
Scaletta:
- Serpent on the Cross
- Tragic Idol
- True Belief
- One Second
- Once Solemn
- Faith Divides Us – Death Unites Us
- Pity the Sadness
- Beneath Broken Earth
- Nothing Sacred
- Tyrants Serenade
- Requiem
- Mouth
- Say Just Words
- No Celebration
- Ghosts
- Silence Like the Grave























































