PAPA ROACH il live report del concerto al Kia Forum di Los Angeles

PAPA ROACH il live report del concerto al Kia Forum di Los Angeles
PAPA ROACH + RISE AGAINST + UNDEROATH il live report del concerto al Kia Forum di Los Angeles
28 Marzo 2025
Parole e Foto di Enzo Mazzeo
I Papa Roach celebrano il 25° anniversario di Infest, il loro secondo album, datato appunto aprile 2025, che ancora oggi viene ricordato tra i grandi classici di quello che al tempo veniva chiamato nu metal e che oggi sembra essere tornato più che mai di moda. Grazie al singolo Last Resort, che andò incontro a un successo su scala mondiale che mai la band avrebbe potuto prevedere, il quartetto di Vacaville, California, fu catapultato in cima alle classifiche di vendita e sui palchi di mezzo mondo, spesso in compagnia delle band che all’epoca andavano per la maggiore: Korn, Limp Bizkit, ma anche Eminem, per fare qualche nome. E anche se negli anni successivi non riuscirono a bissare certe vette discografiche, la loro popolarità è comunque rimasta alta, grazie a lavori di qualità ineccepibile e una stabilità, anche a livello di line-up, che in certi casi fa la differenza. Accanto al frontman Jacoby Shaddix troviamo infatti il chitarrista Jerry Horton e il bassista Tobin Esperance, che da 30 anni e passa costituiscono il nucleo di questa band, che si completa con l’ottimo batterista Tony Palermo, con loro dal 2007. Per tutti questi motivi, nell’anno di grazia 2025, i Papa Roach si ritrovano a girare gli States da headliner nelle grandi arene, in compagnia di un’altra solida realtà come i Rise Against e agli opener Underoath.
A Los Angeles, il tour opportunamente denominato “Rise of the Roach” fa tappa al Forum di Inglewood, oggi Kia Forum, location storica che si presenta piena zeppa, tra l’altro. Purtroppo ci perdiamo gli Underoath per una serie di disguidi in fase di recupero dei nostri pass, ma riusciamo a entrare quando i Rise Against cominciano il loro show. La band di Chicago è un’altra realtà che si è aperta la strada verso il successo grazie a una grande etica di lavoro e un’incessante attività live. Non guasta, all’interno della loro discografia, la presenza di singoli immediatamente riconoscibili: Give It All, Ready to Fall, Savior e The Violence soprattutto, oltre naturalmente all’impegno politico e sociale, che il frontman Tim McIlrath a Los Angeles orienta sul sostegno all’Ucraina, i recenti incendi cittadini e sul sempre attuale tema dell’immigrazione. “Veniamo tutti da qualche parte,”, dice, introducendo Prayer of the Refugee. E aggiunge che “nessuno di noi è illegale”.
Con i Papa Roach cambia il registro musicale e una cosa salta subito all’occhio: Jacoby è un frontman sempre più scatenato e carismatico. Rispetto allo show a cui molti fan europei sono abituati, ci sono un palco più grande, effetti pirotecnici e schermi giganti alle loro spalle. Eppure, la band picchia come se stessero suonando in un piccolo club, sono compatti, interagiscono continuamente con il pubblico. Uno dopo l’altro sciorinano molti brani da Infest, ovviamente, dalla title track all’ottima Broken Home, ma anche pezzi più recenti, come Born for Greatness, che chiude il primo set, o il recentissimo singolo Even If It Kills Me, per il quale hanno anche girato un video notevole. A un certo punto Jacoby si lancia giù dal palco, stringe le mani di quelli delle prime file e poi corre sugli spalti, cantando mentre la gente lo abbraccia e si scatta selfie. Fa tutto il giro dell’arena per poi tornare sul palco. Con il pubblico di Los Angeles c’è un rapporto particolare: ricorda a tutti le origini della band, formatasi appunto a Vacaville, nei dintorni di Sacramento, nel 1993, e opportunamente si lancia a rappare la cover di California Love di 2Pac, vero e proprio inno dello stato della California. “Nel 1993 dicevamo ‘vogliamo formare una fottuta band’. Ora stiamo viaggiando per il fottuto mondo, vivendo un sogno. Grazie a tutti per aver condiviso questo sogno con noi stasera.”
Sul finale, il cantante decide di ributtarsi tra la folla, ma rincarando la dose di adrenalina: si arrampica fin sopra le tribune più alte, arrivando quasi sul soffitto dell’edificio. Intanto, la band sul palco tributa alcune delle band che sono maggiormente legate alla storia dei Papa Roach: i Korn con Blind, i Deftones con My own Summer (Shove It), i Limp Bizkit con Break Stuff e i System Of A Down con Chop Suey, ma anche Eminem con Lose Yourself. Siamo in pieno revival anni ’90. Prima di tornare sul palco, Jacoby si lancia addirittura nel moshpit, nel tripudio dei presenti. La chiusura è naturalmente affidata a Last Resort. Niente da dire, questa è una band che non molla, anzi, invecchia come il buon vino.