OBITUARY – il report del concerto in streaming dedicato a “Cause Of Death”

OBITUARY – il report del concerto in streaming dedicato a “Cause Of Death”

OBITUARY

Live Streaming – “Cause Of Death

Sabato, 24 ottobre 2020 – Broadcast from the ESI Streaming Studio, Tampa, Florida, U.S.A.

Parole di Fabio Meschiari 

Tempi difficili anche per i musicisti e per chi segue i concerti, non si può di certo dire il contrario. Nonostante tutto c’è chi resiste e prova a riportarci la magia del live, magari anche andando a rispolverare un album che ha fatto la storia della musica pesante. Ecco, questo è il caso degli Obituary che, dopo il concerto volto a celebrare Slowly We Rot, arriva alla seconda puntata della serie rispolverando per l’occasione Cause Of Death. Si può di certo parlare più o meno a sproposito di ogni aspetto del death metal, ma quando si chiama in causa un lavoro del genere, non si può far altro che inchinarsi e rendere omaggio a brani ed atmosfere che magicamente sono senza tempo.

Ed allora sotto con lo spettacolo e, dopo una breve intro che chiama in causa l’indimenticabile copertina di un album con già trenta primavere alle spalle, alternando immagini ed animazioni. Si comincia lasciando da parte qualche inconveniente tecnico presto dimenticato, con Infected e Bodybag che riescono subito a catapultare i presenti virtuali in mezzo alle atmosfere pesanti e sulfuree degli Obituary, aiutate nell’opera dalle sapienti riprese e dalla regia che riesce nell’intento di creare una totale immersione nel concerto. Sì, perché sembra proprio di essere sul palco coi fratelli Tardy e il resto della band, ed è una vera e propria gioia poter toccare quasi con mano le atmosfere tinte di rosso profondo, così come evidenziato dalle luci che sono il tratto distintivo della scenografia.

Quindi le canzoni ci sono, la scenografia anche… Manca qualcosa? Lo stato di forma del gruppo, ma di certo non si può che promuovere anche quello, specialmente dopo aver sentito la resa sulla distanza temporale di John Tardy, assolutamente da applausi. Bene anche le chitarre di Trevor Peres e Kenny Andrews, sorrette da una sezione ritmica decisamente spaccaossa come quella rappresentata dal basso di Terry Butler e dalla batteria di Donald Tardy. Arriva la iconica Chopped In Half, un brano da sempre rappresentante il suono del death metal, seguita a ruota dalla cover dei Celtic Frost Circle Of The Tyrants, con un doveroso omaggio al bassista svizzero Martin Eric Ain deceduto nel 2017. E l’omaggio va anche ai fan che si sono prodigati nell’inondare Facebook di foto che riguardavano la loro felicità per la partecipazione all’evento di questa sera. Quando si dice un gruppo di una certa caratura, che ha sempre rispetto per chi lo segue, come si vedrà pure dopo…

Dying e Find The Arise anticipano il brano che dà il titolo all’album, questa sera suonato per intero, proseguendo attraverso un crescendo che porta al gran finale composto da Memories Remain e Turned Inside Out che suggellano il termine della scaletta. O per lo meno sembra possa essere così…

Già, perché il gruppo si riunisce felice a luci accese, aprendo lattine di birra e dispensando sorrisi, facendo capire ancora una volta il legame che c’è all’interno degli Obituary.

Ed allora sull’onda dell’entusiasmo, ringraziando in varie lingue, il gruppo sembra congedarsi ma Donald coinvolge il fratello e si torna, come in ogni concerto che si rispetti, a suonare per i bis… E che bis… Straight To Hell, Threatening Skies, By The Light e I’m In Pain sono i regali finali che il gruppo della Florida suona per tutti coloro che hanno ben pensato di partecipare allo spettacolo. Ed è un vero e proprio piacere essere massacrati dagli Obituary, specie stasera.

Non resta che applaudire la coerenza e la grinta di un gruppo del genere, che riesce a trent’anni di distanza a ricreare atmosfere vivide e potenti. In attesa del prossimo live del sette novembre, che vedrà la riproposizione di classici raramente ascoltati dal vivo.

Emanuele Biani

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