HARDCORE SUPERSTAR + WEDNESDAY 13 + SOUTH OF SALEM – il concerto di sabato 16 novembre all’Orion di Roma nel nostro live report!

HARDCORE SUPERSTAR + WEDNESDAY 13 + SOUTH OF SALEM – il concerto di sabato 16 novembre all’Orion di Roma nel nostro live report!

HARDCORE SUPERSTAR + WEDNESDAY 13 + SOUTH OF SALEM
ORION ROMA 16/11/2024
Parole e foto di Fed Venditti

Ormai, con il caro energetico e la cronica mancanza di strutture adeguate, vedere un live a Roma di band di medio cabotaggio sta diventando una vera impresa. La maggior parte delle band hanno imparato a venire solamente in estate, aggregandosi a carrozzoni itineranti in modo da ripartire sia i rischi di scarsa vendita di biglietti, ma soprattutto quelli economici relativi alle spese vive. Purtroppo la triste verità è questa, con la caduta in picchiata della vendita del supporto fisico, l’ultima carta rimasta in mano delle band era essere costantemente in tour, ma dopo la pandemia anche andare in tour sta diventando proibitivo. Quindi, appena venuti a conoscenza di questo evento, ci siamo immediatamente precipitati a vedere se il combo svedese è ancora in forma come un tempo.

I britannici South Of Salem ci danno il benvenuto con il loro hard rock moderno, la proposta della band non sembra male, ma i suoni sono troppo impastati e la batteria copre quasi completamente le chitarre e la voce. Verso la fine del set le cose migliorano, ma li vorremmo rivedere in una situazione più congegnale per esprimere un giudizio dirimente.

La carriera di Wednesday 13 non è mai riuscita a decollare completamente, un vero peccato perché una ventina di anni fa aveva tutte le carte in regola per spiccare il volo ed uscire dall’underground, conquistando palchi sempre più importanti. Infatti, il cantante americano ci propone un set infuocato all’insegna del suo disco più famoso.  Beyond The Valley Of The Murder Dolls dei Murder Dolls (side project dello scomparso Joey Jordison) del 2002 è un piccolo gioiello di horror punk, infarcito di goth anni ’90 di scuola Marylin Manson.  Wednesday si presenta sul palco vestito con una camicia nera da becchino, cravatta rossa, capelli al vento e sguardo da invasato. Chapel Of Blood, dal secondo meno fortunato capitolo dei Murderdolls, apre le danze e il pubblico, ora più numeroso, si accalca cantando il ritornello a squarciagola. Ma il motore inizia a girare a pieno regime, quando la band americana si cimenta nei brani del debutto del 2002. 1976666 è una bomba al napalm gettata senza pietà sulle prime file sotto palco, ritmo forsennato e un ritornello che sembra uscire dal catalogo dei Misfits sotto anfetamine, si prosegue con altri cavalli di battaglia come Slit My Wrists e la selvaggia Die My Bride o la scanzonata Love At First Fright. Il gruppo messo insieme da Wednesday 13 è compatto e solido e, grazie a degli accorgimenti in fase di mix, il suono esce ben bilanciato. Il concerto si chiude con la hit Dead In Hollywood, brano che siamo certi avrebbe voluto scrivere Manson, tra gli applausi convinti dei fan dello spaventapasseri americano.

Dopo una pausa rigenerante, il bancone del bar viene letteralmente preso d’assalto, ecco che arriva il turno degli Hardcore Superstar. Il quartetto ha venticinque anni di onorata carriera alle spalle, ma, guardando l’energia trasmessa sul palco, sembra che abbiano ancora tanto da offrire al pubblico. La prima raffica di mitra sventagliata sulla platea, è una versione al vetriolo di Beg For It, seguita dall’altra bordata di Into Debauchery. La setlist del combo svedese è un manuale su come suonare un hard rock moderno, tirato, e dalle forti tinte punk come da tradizione scandinava. Jocke Berg prende in braccio un bambino, entusiasta di ricevere le attenzioni del cantante, per poi partire in una versione al testosterone di Moonshine. Kick On The Upperclass è probabilmente il brano che alza ulteriormente l’asticella qualitativa, il concerto finisce dopo un’ora e mezzo di infuocato rock n’roll con l’inno You Can’t Kill My Rock And Roll. Tirando le somme, un live decisamente riuscito sotto tutti i punti di vista. Peccato che da queste parti se ne vedono sempre di meno.

Valentina Salvo

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