DIO TRIBUTE – Stargazer Alliance: il nostro live report

DIO Tribute – Stargazer Alliance – Biblioteket Live – Stoccolma 15 Maggio 2025 – Parole e foto di Daniele Purrone
Secondo appuntamento, dopo il debutto del 2024, per il Dio Tribute Stargazer Alliance, il concerto di beneficenza che viene organizzato a Stoccolma dalla famosa fotografa Tallee Savage e da suo marito Mattias: ecco il nostro live report.
L’evento è un tributo a Ronnie James Dio, programmato in prossimità dell’anniversario della sua scomparsa, e vede la partecipazione di alcuni dei più grandi musicisti metal locali.
Presenti membri di Opeth, Soilwork, Eclipse ed altri ancora), più diversi ospiti internazionali.
Nessuno (musicisti, staff o altro) guadagna un solo centesimo.
I ricavi vengono infatti totalmente destinati a Cancerfonden, l’organizzazione non-profit svedese che si occupa di finanziare la ricerca contro il cancro.
L’anno scorso si è riusciti a raccogliere 230.666 (ovviamente!) corone, circa 21.000 euro… il soldout di quest’anno, probabilmente, garantirà una cifra anche superiore!
ATTO 1: Mia Karlsson e Guernica Mancini
Il concerto è diviso in diversi atti, con band fisse ad accompagnare uno o due cantanti.
Impossibile nominare tutti i musicisti, ma il livello è davvero altissimo.
Il primo atto si apre in maniera sorprendente: mentre ci aspettavamo un attacco col botto, ecco arrivare Mia Karlsson (già nota come Coldheart) per un inizio con voce e chitarra.
La sua Catch The Rainbow (dal debutto dei Rainbow) è comunque incredibile, un momento da pelle d’oca che sarà per molti uno dei momenti migliori dello show.
Dopo questa introduzione, ecco arrivare la prima band. Fra gli altri ci sono Simon Johansson dei Soilwork alla chitarra e Per Wiberg (Spiritual Beggars, Opeth) alle tastiere.
La cantante delle Crucified Barbara ha ora l’opportunità di tirare fuori il suo lato più aggressivo, con una Kill The King (Rainbow – Long Live Rock’n’Roll) devastante!
Con un cambio della guardia, il microfono viene quindi raccolto da Guernica Mancini (The Gems, ex Thundermother).
La cantante ci regala grandi versioni di Holy Diver e Don’t Talk To Strangers, entrambe dal debutto della band Dio.
Anche lei eccezionale, e pubblico soddisfattissimo!
Emerge subito quella che sarà una delle costanti di tutto l’evento: l’elevato livello dei musicisti all’opera.
E visto che chi scrive non è nessuno, rubiamo le parole scritte dal nostro Alessandro Del Vecchio su Facebook in occasione delle prove da lui effettuate.
“Il livello musicale in Svezia e a Stoccolma è incredibile, anche imbarazzante. Non ho bisogno di fare paragoni, ma la scena svedese batte tutti. Competitività, talento, ma coesione e tanto, tanto rispetto.”
Ipse dixit!
ATTO 2: Jakob Samuelsson
Cambio di band, e alla voce arriva Jakob Samuelsson, noto soprattutto per essere stato il cantante dei Poodles.
Jakob è carismatico e ha tuttora una grande presenza scenica.
Se la voce va talvolta in sofferenza (d’altronde stiamo parlando di materiale di Ronnie James Dio) il biondo frontman compensa con energia e grinta.
Anche la sua esibizione viene apprezzata in quella che è fondamentalmente una grande festa.
Il pubblico è qui per divertirsi e sostenere una buona causa, non per dare un voto ai cantanti.
Le esecuzioni di Tarot Woman (Rainbow – Rising), Neon Knights (Black Sabbath – Heaven And Hell), e Gates Of Babylon (Rainbow – Long Live Rock’n’Roll) vengono accolte con entusiasmo.
ATTO 3: Doogie White
Con Doogie White arriva il primo cantante internazionale, ma anche il momento più complicato della serata.
L’ex Rainbow, la cui band odierna annovera il già citato Alessandro alle tastiere, ci regalerà uno show che non dimenticheremo facilmente, purtroppo per motivi non proprio positivi.
Doogie, che ultimamente ha avuto diversi problemi di salute, si presenta sul palco in condizioni non ideali.
Non sappiamo dire se per un eccesso di alcool, per qualche antidolorifico molto forte, o per una combinazione delle due cose.
Nonostante ciò, il suo set comincia molto bene.
Il cantante scherza che Tallee gli ha chiesto di scegliere brani poco noti, e quando lui li ha proposti la risposta è stata: “ma non li conosce nessuno!”.
L’inizio è notevole, dato che si apre con un accenno di Love Is All (dal Butterfly Ball di Roger Glover) per poi passare ad una trascinantissima Carolina County Ball degli Elf, un brano che mai ci saremmo immaginati di sentire dal vivo!
Doogie è di buon umore, scherza, si muove (un po’ goffamente, ma si muove), diverte, canta bene e non delude.
Dopo una grande Long Live Rock’n’Roll che ci riporta al tour dei Rainbow del 1995, con il cantante che si diverte a far cantare a metà del pubblico il giro di Black Night dei Deep Purple, esattamente come faceva durante la sua permanenza alla corte di Blackmore, succede il patatrac.
Nel mezzo di All The Fools Sailed Away, lo scozzese si inginocchia per interpretare uno dei passaggi più intensi del brano e, nel momento di rialzarsi, gli cede il ginocchio sinistro.
Doogie cade rovinosamente a terra, e da quel momento in poi lo show assumerà una piega complicata.
La combinazione di dolore e stato di alterazione si rivelerà decisiva e la performance sarà davvero difficile da guardare.
Temple Of The King (dal debutto dei Rainbow) è purtroppo imbarazzante: il cantante va in difficoltà e cade ripetutamente
Riesce incredibilmente a portare a conclusione il set, anche se lo fa finendo sdraiato sulla pedana della batteria.
Il brano è allungato con l’interpolazione di accenni di When A Blindman Cries, Child In Time (strumentale) e Soldier Of Fortune dei Deep Purple.
Bisogna dare atto all’assoluta professionalità dei musicisti, per essere riusciti a portare a termine il tutto in questa situazione assurda.
Lo show finisce con Doogie sdraiato in stato semicomatoso sulla pedana, al punto da farci preoccupare della necessità di chiamare un’ambulanza.
Lo reincontreremo, sempre disorientato e con tanta voglia di scherzare (ma anche con una vena malinconica), a fine concerto in mezzo al pubblico.
Possiamo solo sperare che sia una serata andata storta.
Per questioni di rispetto nei confronti della persona, abbiamo scelto di non pubblicare le foto più imbarazzanti della sua esibizione. Permetteteci questa decisione.
DIO TRIBUTE – Stargazer Alliance: il nostro live report
ATTO 4: Ronnie Romero
Con Romero si ritorna per fortuna subito ad una situazione di normalità.
La performance del cantante cileno non farà cambiare idea né ai detrattori che lo considerano un clone scarso, con un accento fastidioso e senza la ricchezza espressiva del Ronnie originale, né ai sostenitori che ne apprezzano la voce potente e graffiante e la presenza scenica spettacolare.
Ronnie Romero è sempre Ronnie Romero, ma sicuramente la sua performance è, professionalmente parlando, validissima
Canta Stargazer (Rainbow – Rising) come la cantava nel 2016 con Ritchie Blackmore, e anche la sua Children Of The Sea (Black Sabbath – Heaven And Hell) raccoglie l’entusiasmo del pubblico.
ATTO 5: Jørn Lande
Gran finale affidato all’ultimo artista internazionale (anche se ormai si è trasferito a vivere in Svezia), quel Jørn Lande che in passato ha omaggiato Ronnie a più riprese.
La sua band odierna, che annovera Fredrik Åkesson (chitarrista degli Opeth, con un passato in Talisman e Arch Enemy) e il solito Alessandro, è ancora una volta incredibile.
L’inizio è da brividi con una Follow The Tears estratta dal sottovalutatissimo The Devil You Know degli Heaven And Hell.
Jørn è una garanzia: voce come sempre spettacolare, presenza scenica fra il drammatico e il giocoso e solita performance di altissimo livello.
Brani come Stand Up And Shout, Rainbow In The Dark (entrambi da Holy Diver) e Mob Rules (album omonimo dei Sabbath) esaltano tutti.
La conclusione con We Rock (Dio – The Last In Line), suggella alla perfezione un evento davvero indimenticabile!

Il futuro
Se tutto andrà come deve, ci sarà un’altra edizione della Stargazer Alliance anche nel maggio 2026.
Se vi stuzzica l’idea di un viaggio a Stoccolma per vedere grandi artisti omaggiare Ronnie James Dio per un’iniziativa benefica, vi invito a seguire il gruppo ufficiale dell’organizzazione su Facebook: https://www.facebook.com/groups/986186926567495.
È in svedese, ma nell’epoca delle traduzioni automatiche sui social network, non dovrebbe essere difficile da leggere!
DIO TRIBUTE – Stargazer Alliance: il nostro live report