CLAUDIO SIMONETTI’S GOBLIN – il live report del concerto di Genova!

CLAUDIO SIMONETTI’S GOBLIN – il live report del concerto di Genova!

CLAUDIO SIMONETTI’S GOBLIN + FREDDY DELIRIO & THE PHANTOMS + BLUE DAWN

22/2/2020

Crazy Bull, Genova

di Emanuele Biani

Doveva essere un evento speciale, e così è stato. Di fronte ad un Crazy Bull mai così gremito, un’icona della musica mondiale come Claudio Simonetti ha sciorinato un concerto dall’intensità micidiale, ben supportato da due band che fanno della teatralità e delle atmosfere ossianiche il loro biglietto da visita. Si ringrazia BLACK WIDOW RECORDS per il gentile invito.

Aprono la serata i genovesi BLUE DAWN, autori di un doom metal dal forte retrogusto dark prog che, fin dalle prime battute, può già contare su un suono pieno e definito. La band è in attività da oltre dieci anni, ma è con l’ultimo album “Edge Of Chaos” (2017) che sembra aver trovato la quadra tra una scrittura strumentale di grande spessore e la voce piacevolmente atipica della cantante Monica Santo. L’esibizione ne beneficia in modo esponenziale, con un gruppo al tempo stesso decisamente sciolto e concentrato che può permettersi anche qualche concessione coreografica, grazie all’ingresso di alcune danzatrici mascherate da inquietanti figure fiabesche. Gran finale con l’ingresso sul palco di Freddy Delirio e del tastierista/secondo vocalist James M. Jason, che hanno apportato ulteriori cromatismi e stratificazioni alla plumbea tavolozza della band.

Per FREDDY DELIRIO & THE PHANTOMS la città di Genova è quasi una seconda casa. L’acclamazione del pubblico introduce le note del recente album di debutto “The Cross” (2019), le cui canzoni vengono eseguite con una grinta sorprendente e sono spesso accompagnate da elementi visuali ad hoc. Il tastierista, arrangiatore e produttore dei mai troppo lodati Death SS, qui può arrogarsi il ruolo di un frontman guascone e talvolta sprezzante, che dal punto di vista vocale e scenico rimanda a più riprese verso il totem Steve Sylvester. Le similitudini tuttavia finiscono qui, perché la band propone un progressive gothic metal dal respiro cosmico e filosofeggiante, innervato di testi immaginifici che forse in qualche passaggio mettono leggermente in secondo piano la musica. Musica che comunque non si regge esclusivamente sulle mostruose capacità tecniche di Freddy alle tastiere, ma anzi mostra una band affiatata e incisiva quasi come – paragone inevitabile – i Ghost dei tempi migliori.

Il cambio palco è molto veloce, forse anche troppo per prepararci all’ingresso di una leggenda che tutto il mondo ci invidia, ma in ogni momento dell’esibizione CLAUDIO SIMONETTI saprà schermirsi dai complimenti più scontati con l’arma infallibile dell’ironia. Una lodevole tendenza ad uscire dall’alone del mito, per offrire al pubblico una performance ficcante e sanguigna – è proprio il caso di dirlo – che rielabora in chiave assolutamente heavy metal le vecchie e nuove composizioni del Maestro. Merito anche di una formazione che, oltre al più grande keyboard wizard italiano di sempre, annovera il funambolico chitarrista Bruno Previtali (già con Simonetti ai tempi dei Daemonia) e una sezione ritmica davvero moderna formata dal tellurico batterista Federico Maragoni e dall’affascinante bassista Cecilia Nappo. Il gruppo si muove coeso e mette giustamente al bando inutili personalismi, alternando classici da brividi come “Demoni”, “Zombi” e “Tenebre” ai brani appena pubblicati nell’album “The Devil Is Back” (2019). Alle orecchie dei numerosi amanti del progressive rock e del dark sound tipicamente italiano, quasi non si avverte la differenza qualitativa tra materiale antico e recente, ma senza dubbio quando nell’aria risuonano le note di “Suspiria”, “Phenomena” e “Profondo Rosso” tutto il pubblico viene travolto da un’ondata di ricordi meravigliosamente raccapriccianti. Il supporto visivo di alcune scene tratte dai capolavori cinematografici di Dario Argento, George A. Romero e Lamberto Bava rende ancora più totalizzante l’immersione orrorifica, ma a fare la parte del leone è ovviamente la musica immortale dei CLAUDIO SIMONETTI’S GOBLIN, autentici mattatori di una serata indimenticabile.

Emanuele Biani

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